Castagneti
Fra storia e gastronomia
La castanicoltura è stata diffusa dai romani tra l’11- 18 secolo quando si è sviluppata una vera e propria coltura.
Il castagno costituiva l’alimento principale per 120 giorni all’anno e veniva consumato sotto forma di farina, di frutto essiccato su graticci o frutto fresco. Oggi sono ancora apprezzati i 'brasché', cotti sul fuoco vivo in un’ apposita padella bucherellata, oppure li 'farüdi', bollite in pentola.
La selva, il paese degli alberi castanili
La selva è costituita unicamente da piante innestate dall’uomo, abbisogna di cure periodiche di potatura e cura del sottobosco.
Nel Comune di Brusio gran parte delle selve si trovano su terreno di proprietà pubblica ma i castagni sono privati. Quest’antica forma di diritto legata soprattutto alla castanicoltura, probabilmente sopravvissuta al diritto romano , è denominata 'Jus plantandi'.
Questa legge conferisce il diritto ai cittadini patrizi di piantare alberi o di innestare, divenendo così proprietari dell’albero. La raccolta delle castagne è riservata al proprietario fino 1° novembre, dopo tale data la raccolta è aperta a tutti.
Detti popolari
- Fiur da mac castegni cul car, fiur da giügn castegni cul pügn, fiur da lüi castegni par nüsun.
(fioritura a maggio, castagne col carro; fioritura a giugno castagne con il pugno; fioritura a luglio castagne per nessuno) - Sal plöf al dì da l’ascenziun al fa castegni fin i buscun
(se piove il giorno dell’ascenzione, fanno castagne persino gli sterpi).